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Rinegoziare il mutuo da variabile a fisso, Manovra.

Posted by Nicola Del Sorbo on 21/12/2022
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Il maxiemendamento del governo riapre la possibilità di rinegoziare mutui fino a 200mila euro ma solo a condizione di avere un Isee fino a 35mila euro. Possibile anche dilazionare le rate fino a 5 anni

Norma salva-risparmio per i mutui ipotecari nel maxiemendamento del governo alla manovra di fine anno. Con l’emendamento il governo rispolvera una vecchia norma (decreto 70/2021) spostando le lancette al 31 dicembre 2023. Con questa previsione si potranno rinegoziare i mutui ipotecari passando da quelli a tasso variabile ai più convenienti – in un contesto poco stabile come quello attuale – tassi fissi. Ma a determinate condizioni.

La novità

La possibilità di rinegoziare i propri debiti con le banche ha però dei vincoli preesistenti nella norma madre: la richiesta potrà essere avanzata su mutui ipotecari in origine non superiori a 200mila euro e per chi ha un’Isee, al momento della richiesta, non superiore a 35mila euro e che non abbia avuto ritardi nei pagamenti delle rate. Si potrà concordare anche un allungamento del piano di massimo 5 anni a patto che la durata residua del muto non superi i 25 anni.

La disciplina

La misura dovrebbe permettere alle fasce più in difficoltà della popolazione di reagire ai prossimi annunciati aumenti dei tassi da parte della Banca Centrale Europea, che hanno tra i loro principali effetti anche quello di spingere al rialzo gli interessi dei mutui a tasso variabile. Le banche non potranno esimersi dall’accettare la rinegoziazione se il richiedente avrà tutte le carte in regola. Il nuovo tasso sarà determinato dalla selezione di quello più favorevole tra l’indice interbancario Irs a 10 anni e il tasso Irs di riferimento rispetto alla durata residua del mutuo al momento del cambio. A questo si dovrà poi aggiungere lo spread previsto nel contratto di mutuo, ovvero il guadagno della banca.

L’esempio

Facendo un esempio, chi avesse contratto due anni fa un mutuo a 30 anni dovrebbe calcolare il nuovo tasso sui 28 anni di mutuo rimanenti, e in questo caso dunque prendere a riferimento il tasso Irs a 25 anni, attualmente al 2,33%. Su questo andrà aggiunto lo spread determinato al momento della stipula del mutuo, per arrivare ad un nuovo tasso che dovrà per forza essere inferiore al 5-6%, livello a cui, come ricordato anche dalla Federazione autonoma bancari italiani, potrebbero spingersi i mutui. Per rincari potenziali, in assenza di rinegoziazione, fino ai 30-40 euro per rata, come stimato dal Codacons.

Le reazioni

«Nelle prossime settimane, approvata la manovra finanziaria – aggiunge in una nota – si potrebbe pensare a un apposito fondo che possa garantire il ristoro del differenziale tra il variabile», ha detto il senatore di Forza Italia, Dario Damiani. «La misura adottata dal governo va nella direzione di aiutare le fasce della popolazione più deboli ed è una decisione rilevante perché stiamo ancora attraversando una fase complessa, dopo la pandemia e con la guerra in Ucraina in corso: anche se veniamo da due anni di crescita economica importante, stanno aumentando le famiglie povere e le persone a rischio povertà sono più di 10 milioni», ha detto il segretario generale del sindacato bancario Fabi Lando Sileoni.

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